La mia risposta "a tu per tu"

 

Soltanto un breve commento per stemperare la piccola bagarre di post, social e commenti nata a seguito della mia intervista “A tu per tu” su Ticinonews. Nel corso dell’intervista Christian Fini mi ha chiesto qual è stato il parlamentare ticinese che a Berna ha lavorato meno. Io in effetti non sono a Berna e non posso saperlo, dunque ho risposto così: “Diciamo che dalle statistiche risultava Quadri quello che ha lavorato meno. Io penso che a Berna sia anche importante lavorare dietro le quinte, avere un buon dialogo con i colleghi e… ma dicono che sia Quadri”. Io non ho detto che Quadri lavora meno. Io ho detto che lo dicono le statistiche. Il titolo che Ticinonews ha dato alla mia intervista – “Lorenzo Quadri ha lavorato meno…” – ha fatto passare la questione come il tema rilevante dell’intervista, il che – considerando inoltre che sull’articolo relativo apparso sul sito la mia risposta è riportata parzialmente, e non sono la prima a dovermi giustificare per titoli fuorvianti – ha dato adito ad un post su Facebook del Sig. Lorenzo Quadri, con relativo coro di commenti pungenti.

Vi dico solo una cosa: io non voglio avere paura di dire come la penso, su qualsiasi argomento, per timore di finire sul Mattino della Domenica o di fare arrabbiare qualcuno. La recente levata di scudi da parte della Lega per difendere il Sig. Quadri si basa sulla tesi secondo la quale “criticarlo è di moda perché dice in modo schietto ciò che pensa”. Mi stupisce dunque la sua reazione alla mia dichiarazione, una risposta diretta basata su dati ufficiali, dopo che io per prima ho ritenuto opportuno precisare che tali dati non rappresentano l’unico criterio per valutare la questione. Se essere schietti è una condizione per portare avanti le proprie idee, sia concesso anche a me di esserlo. Chi mi conosce sa che non mi sottraggo a temi e domande, perché ciò significherebbe sottrarmi dall’esprimere le mie opinioni e dal portare avanti ciò in cui credo.

E a tale proposito, ciò che di più mi lascia amareggiata di tutta la questione non è tanto la diatriba pseudo-personale scaturita dall’intervista, quanto il fatto che tale diatriba ha – agli occhi di alcuni – posto in secondo piano ciò che ho dichiarato in merito a turismo, viabilità e politica federale.

 
Visiva