Il cambiamento climatico, una sfida per il futuro dei nostri giovani (CDT 09.02.2019)

 

Un tema che sta mobilizzando i giovani è quello legato al clima, si è da poco costituito un coordinamento cantonale che ha organizzato la “Marcia per il clima” che si è tenuta lo scorso 2 febbraio a Bellinzona con lo scopo di difendere il nostro pianeta e il suo futuro e che ha visto una numerosa partecipazione di persone di ogni età. Da anni siamo bombardati da notizie catastrofiche e apocalittiche inerenti il cambiamento climatico ma non basta allarmare e spaventare, occorre dare informazioni corrette, risposte e possibili soluzioni I cambiamenti climatici, al di là di quanto afferma il presidente americano Donald Trump, che pare essere l’unico a non essersene accorto, sono incontestabili. In Svizzera rispetto al 1850, la temperatura media annua è aumentata di 1.8 °C – il doppio rispetto alla media mondiale (circa 0,9 °C) e le conseguenze sono già visibili a tutti: ritiro dei ghiacciai, innalzamento del limite delle nevicate con inverni miti, aumento di eventi estremi come le canicole ormai insopportabili, la siccità, le forti precipitazioni, le frane e le piene che portano a disastri immensi, sia a livello umano che economico. Il clima sulla Terra è influenzato da una serie di processi naturali e antropici con ritmi distinti, ma da circa un secolo, in ogni angolo del pianeta immettiamo nell’atmosfera e negli oceani enormi quantità di gas serra (CO2, CH4, N2O, O3, CFC). L’uomo ha quindi contribuito in maniera massiccia al processo del cambiamento climatico che sarà irreversibile per secoli, forse addirittura per millenni. Quali le soluzioni? A livello mondiale possiamo ridurre la velocità del riscaldamento climatico ottimizzando l’efficienza energetica, utilizzando il territorio in modo responsabile nonché riducendo e sostituendo i vettori energetici fossili, ma l’umanità deve prepararsi a convivere anche con l’effetto serra e le sue conseguenze. Occorrono investimenti importanti nell’informazione, nella formazione, nella ricerca e nello sviluppo ma anche misure di precauzione, prevenzione, protezione e adattamento. La Svizzera è un paese piccolo e relativamente virtuoso per quanto riguarda le emissioni, le nostre città svettano nelle classifiche tra quelle meno inquinate al mondo (è il caso di Berna e Zurigo a esempio, nella top ten). Da soli non potremo certo risolvere il problema però il nostro contributo al miglioramento del clima mondiale si deve esprimere attraverso la ricerca e la condivisione delle informazioni, piuttosto che con l’aumento delle imposte (basti pensare alla prevista tassa sul CO2 di 210 CHF/t, una cifra proibitiva, in Europa si pagano oggi 23EUR/t). Come ad esempio con Agroscope, il centro di competenza della Confederazione per la ricerca agricola, che si adopera per preservare la quantità e la qualità degli alimenti provenienti dall’agricoltura svizzera sviluppando approcci volti a ridurre l’impatto ambientale del settore agricolo, oppure attraverso l’apertura del National Centre for Climate Services, una piattaforma di scambio di conoscenze pensata per facilitare l’accesso agli scenari e ai risultati delle ricerche e che permette ai vari attori coinvolti nella lotta al riscaldamento globale di disporre di informazioni aggiornate. Da milioni di anni l’uomo evolve continuamente e si adatta a condizioni di vita mutate non solo sul piano genetico ma anche su quello sociale e istituzionale e quello del cambiamento climatico è sicuramente una delle sfide più importanti per le prossime generazioni che hanno il diritto di poter vivere in un mondo il meno inquinato possibile.

Michela Ris, Municipale PLR Ascona, Candidata al Gran Consiglio

 
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