Il valore locativo agli sgoccioli? (CDT, 11.03.2019)

 

Il valore locativo come tutti sanno è l’imposta a cui sono assoggettati tutti i proprietari di immobili che ne fanno un uso proprio; ma iniziamo col raccontare come è nata questa imposta.

Il valore locativo nasce come imposta nel 1934, come “contributo federale di crisi” durante il periodo delle guerre mondiali e poi ripreso nel 1958 nel diritto ordinario. Dunque ci troviamo a dibattere su un’imposta nata in un paese di fatto neutrale per sostenere spese di guerra. Già dalla nascita quindi un paradosso. Come paradossale è il fatto che tale imposta temporanea e provvisoria sia rimasta in piedi per oltre 80 anni, ma non è per questo l’unica; anche l’imposta federale diretta era nata in tempo di guerra.

Finalmente la Commissione dell’economia e dei tributi (CET) del Consiglio degli Stati in modo serio e strutturato ha iniziato a dibattere sull’eliminazione di questa imposta, sopravvissuta come abbiamo visto non solo alle guerre ma anche ad alcune iniziative popolari. E ciò probabilmente dipende da un effimero senso di equità che alcuni sostengano sia stato introdotto, ovvero mantenuto, per riequilibrare il rapporto tra affittuari che si trovano a dover pagare un affitto e proprietari che invece non lo devono pagare: mi sembra un pensiero che meriti un riesame per un paese come la Svizzera.

Viceversa, porrei più l’attenzione sul fatto che una tassa su un reddito fittizio è iniqua per sua stessa natura; allora alla stessa stregua dovremmo tassare ulteriormente i proprietari di auto rispetto a chi invece gira in taxi (ma in effetti questo già lo facciamo perché’ l’imposta di circolazione in realtà è un’imposta di possesso, molti stati europei le hanno cambiato il nome infatti) o chi va in vacanza rispetto a chi non ci va. Una tassa che va a imporre un oggetto acquistato magari con il reddito da lavoro, i risparmi di una vita o con l’utilizzo del secondo o terzo pilastro, che derivano da redditi già tassati è ancora più iniqua.

Parliamo piuttosto quindi di non applicabilità alle dimore primarie, come peraltro sta proponendo la CET, mentre assoggettabilità delle secondarie o delle residenze di vacanza, introduciamo giustamente la non deducibilità delle spese di manutenzione ordinarie (se non ho un reddito non ho neanche spese deducibili dallo stesso) ma non spingiamoci fino a dire che nemmeno gli interessi ipotecari sono deducibili; i debiti personali sono per legge deducibili in Svizzera. Un’ipoteca è un debito personale – contro garantito per garanzia del creditore da un immobile ma pur sempre un debito - quindi perché dovrebbe essere diverso da un altro debito? Allora potrei dedurre gli interessi passivi se contraggo un debito per andare a giocare i miei soldi al casino, farmi una vacanza o comprarmi un’auto ma non posso se mi compro una casa? Sicuramente questo non è il modo più opportuno di incentivare la proprietà immobiliare ovvero il mandato costituzionale di promozione della proprietà di abitazioni, che sappiamo essere uno dei primi indicatori di benessere economico di una popolazione.

Si può poi discutere sugli effetti dell’eliminazione dell’imposta, quali un aumento del reddito disponibile per chi non ha debiti ipotecari (tipicamente gli anziani) oppure un temuto rialzo dei prezzi degli immobili, ma mi voglio limitare al commento iniziale: un’imposta temporanea su un reddito fittizio va abolita. E forse il traguardo del 01 gennaio 2021 non è così lontano.

Michela Ris
municipale PLR Ascona
Candidata PLR al Gran Consiglio

 
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