CdT - "Sanità sostenibile: perché voterò NO alle iniziative sulla cassa malati"
I premi di cassa malati continuano a crescere, e questo pesa sempre di più su famiglie, anziani e giovani. La frustrazione dei cittadini è comprensibile e legittima, anche se molti beneficiano dei sussidi cantonali. Il sistema attuale, però, è perverso: chi paga molto spesso si sente in diritto di “recuperare” sfruttando la cassa malati, mentre chi è coperto dai sussidi tende a percepire le cure come sempre gratuite. In entrambi i casi si alimenta una spirale di spesa senza fine.
Le due iniziative su cui saremo chiamati a votare a breve non offrono una soluzione reale. Al contrario, rischiano di far esplodere i costi pubblici senza incidere sulle cause strutturali del problema.
L’Iniziativa per il 10% propone che nessuno paghi premi superiori a una certa soglia del reddito. Un’idea che appare giusta e solidale, ma che in realtà sposta semplicemente il peso dai cittadini ai contribuenti. Il Cantone dovrebbe coprire la differenza, con una spesa stimata in circa 300 milioni di franchi all’anno. Una cifra enorme, che inevitabilmente ricadrebbe anche sui comuni: attraverso i meccanismi di perequazione e cofinanziamento, i municipi sarebbero costretti ad aumentare il moltiplicatore o a ridurre servizi. Nuove spese che alla fine graveranno sulla collettività, colpendo proprio quei cittadini che oggi pensano di essere tutelati.
La seconda iniziativa, che prevede la deduzione integrale dei premi assicurativi, sembra un sostegno universale. In realtà favorisce soprattutto i redditi alti, che hanno premi più elevati e maggiori possibilità di deduzione. Le famiglie con redditi modesti o nulli, invece, non ne ricaverebbero quasi alcun vantaggio. Il risultato sarebbe un calo del gettito fiscale per Cantoni e Confederazione, con effetti indiretti anche sui comuni, che si troverebbero a dover colmare nuove lacune finanziarie.
Aumentare i sussidi o introdurre deduzioni significa tamponare i sintomi senza curare la malattia. La spesa sanitaria cresce ogni anno, finché non affronteremo i costi strutturali – tariffe ospedaliere, onorari medici, farmaci, ospedalizzazioni inutili e prestazioni superflue – i premi continueranno a salire e i bilanci pubblici a gonfiarsi. A un certo punto bisognerà chiedersi cosa è veramente necessario o cosa è semplicemente un lusso se vogliamo che i costi non aumentino all’infinito.
Dire no a queste due iniziative non significa voltare le spalle ai cittadini. Al contrario, significa difendere l’equilibrio finanziario di Cantone e comuni, chiedendo riforme vere e strutturali. Solo così potremo garantire un sistema sanitario sostenibile, premi più equi e servizi pubblici che non vengano sacrificati per colmare buchi di bilancio sempre più grandi.